In pittura l'estetica neoclassica si espresse in modo meno omogeneo che nelle altre arti. Sul piano formale le esigenze di razionalit� portarono al predominio del disegno, operazione tipicamente intellettuale, rispetto al colore. Teorico del movimento, e pittore egli stesso, fu Anton Raphael Mengs, nato in Boemia nel 1728 e morto a Roma nel 1779. Il suo dipinto-manifesto pi� famoso fu il Parnaso, risalente al 1761, che ispirandosi all'omonima opera di Raffaello, risulta per� piuttosto un tecnicismo privo di emozionalit�. In generale comunque si attinsero piuttosto dall'antichit� ellenica i modelli per esprimere le aspirazioni di rinnovamento etico, sociale e politico proprie di quel momento storico. Sicuramente il maggior interprete di questa visione fu J.L.David, seguito dal suo allievo Ingres, autore di opere quale "La grande Odalisca" del 1814: a differenza del suo maestro egli preferiva concentrarsi sulla perfezione formale ignorando i contenuti eroici. In Italia il pittore neoclassico pi� dotato fu Andrea Appiani, particolarmente ispirato nei ritratti dalle caratterizzazioni psicologiche piuttosto che nelle opere di pura encomiastica verso Napoleone. Per quanto riguarda Goya invece, le caratteristiche tipiche della pittura neoclassica sono ravvisabili praticamente solo nella Maja desnuda, raffigurata come una Venere rinascimentale.



Parnaso di Mengs

L'opera risente dell'influenza di Raffaello: al centro � Apollo, dio delle arti; alla sinistra Mnemosyne (madre), Thalia (commedia), Calliope (epica), Polhymnia (mimi e inni eroici) e Terpsichore (danza e musica); alla destra Clio (storia), Erato (poesia d'amore), Euterpe (poesia lirica), Melpomene (tragedia) e Urania (astronomia).




NEOCLASSICISMO